Diciamocelo
chiaramente una volta per tutte: passati gli anta (soprattutto dopo i 50), non
possiamo più vestirci come delle ragazze.
Prima di
tutto perché spesso il fisico non lo consente più, ma soprattutto perché il
buon gusto non lo permette più.
Molte,
troppe donne non si rendono conto - o non si arrendono al fatto - che il tempo passa, gli anni sono trascorsi e
l’età non è più giovanissima, e anche se sono ancora molto belle il modo di vestire, di truccarsi e di “accessoriarsi”
deve cambiare!
Partiamo dal
basso, e cioè, come dico nel titolo, dalle scarpe. Zeppe altissime, tacco 12 e
oltre, colori fluo, paillettes, sandali
alla schiava, scarpe con cinturini alti due dita che fasciano la caviglia se non avete gambe da urlo e
caviglie da puledra non si possono più mettere. Perché? Perché fanno tanto “mi
sento esattamente come quando avevo 20 anni”. Nessun dubbio sulla sensazione,
ma la realtà (purtroppo) è diversa. Non
sto dicendo di assoggettarsi al sandalo tipo francescano, e nemmeno di mettersi
scarpe da istitutrice inglese, dico solo che anche le scarpe vanno scelte
con senso della misura, senza per questo
dover rinunciare a seguire la moda. Per tutto c’è il giusto equilibrio. Il
rischio con certi modelli, è di passare per delle cougar invece che per donne
di classe.
Passiamo al
trucco, perché qui sono davvero gioie e dolori. Vedersi allo specchio con un
viso ben truccato è bello per noi ed è bello da far vedere agli altri. Un viso
truccato in modo pesante con un fondotinta tipo cerone, due strati di cipria
compatta, un etto di blush , un rossetto color fuoco con matita a contrasto
invece di tono su tono, un ombretto troppo evidente e magari pure le ciglia
finte…beh direi che è meglio lasciarlo a chi fa teatro. Inoltre al 90% degli
uomini piacciono le donne naturali e se è vero che dopo gli anta non tutte
possono permettersi di andare in giro con la pelle acqua e sapone è altrettanto
vero che oggi esistono prodotti fantastici che danno l’effetto “nudo”,
basta saperli applicare o farsi insegnare da un make up artist (spesso nei
grandi magazzini o nelle catene che vendono prodotti beauty c’è sempre un
visagista cui chiedere consigli). Come dicevo prima quel che conta è la misura.
Nessuno vieta di infoltire le sopracciglia
se si sono assottigliate con gli anni, né di portare il rossetto, ma
magari è meglio un lucidalabbra (che le mantiene anche morbide) che non lascia
tracce su tovaglioli (questa è una cosa che urta il sistema nervoso di ogni
padrona di casa quando dà una cena: vedere i tovaglioli con macchie di rossetto
che faticano ad andare via anche con la candeggina) .
A questo proposito faccio
una veloce digressione: sapete cosa faceva una mia amica ( con l’abitudine di
portare un rossetto piuttosto carico, ma
educatissima) quando da giovane veniva invitata a qualche cena in casa privata?
Una volta seduta, tirava fuori discretamente fuori dalla borsetta un kleenex e
lo appoggiava sul tovagliolo. In questo modo nessuno si accorgeva di nulla
e lei non sporcava il prezioso pezzo di stoffa. Geniale, no?
Anche gli occhi
bistrati (come dicevano negli anni ’30, oggi si chiamano invece smokey eyes, ma
è la stessa cosa) non vanno bene dopo gli anta, perché per un trucco del genere
ci vuole un contorno occhi liscissimo, senza un ruga, nemmeno di espressione,
quindi è meglio optare, se proprio si vuole mettere in risalto gli occhi in un
normale , ma sempre efficace kajal.
Infine
parliamo di gonne. Le mini lasciamole nell’armadio. Una donna over anta con una
mini diventa immediatamente volgare, a meno che non dimostri 20 anni. La gonna
corta diventa baluardo di esplicito invito, di provocazione, di ostentazione
della propria femminilità e , passati gli anta non penso che una donna abbia
ancora bisogno di ricorrere a questi espedienti per essere notata.
Idem come
sopra per le gonne fascianti, che magari mettono in mostra una bella pancetta
post gravidanza o da menopausa e dei fianchi non proprio filiformi. Anche in
questo caso, scimmiottare le veline o le attrici non è certo una soluzione
intelligente . (tra l’altro lo sapete che praticamente tutte le donne di
spettacolo quando si vestono da red carpet mettono sotto la biancheria detta
shaping , che altro non è che una mutanda/bustino, calzoncino, sottoveste
(dipende dalla necessità) che comprime, strizza e tiene dentro qualsiasi
rotolino di grasso?). Parlo di gonne, ma mi riferisco anche ai pantaloni. No a
leggins o skinny jeans, e vita
bassa; sì a pantaloni come li portava la
grande Katharine Hepburn: morbidi, con le pinces, scivolati e a vita normale e sì anche a jeans boot cut. Molto ma molto più chic.
Saltando dalle gonne alle camicie,
ai top, alle t shirt e ai pullover, anche qui bisogna fare molta attenzione: il
twin set che andava bene all’epoca delle nostre mamme, oggi fa vecchia zia se portato da una over anta; meglio un bel
golf con il collo alto che nasconde le prime o le seconde rughe.; la maglietta
scollatissima, anche se il decolletè è ancora perfetto, non va bene perché non
lascia nulla all’immaginazione e invece la seduzione sta proprio nel far vedere
e non vedere… una maglietta polo è di
gran lunga più elegante e intrigante. La camicia trasparente lasciamola a chi
fa la modella, per gli stessi motivi della scollatura abissale. Ricordiamoci
sempre che una camicia bianca è un passe- par -tout assolutamente perfetto in
ogni occasione e per ogni abbinamento.
Un’ultima
considerazione: ci sono donne che ostentano gioielli veri o falsi (ma questi
ultimi comunque di alta bigiotteria), borse firmatissime e pettinature da far
invidia a Barbie. Non va bene. Questo tipo di ostentazione a tutti i costi,
per attirare l’attenzione è
sbagliatissima. Less is more (ridurre per valorizzare) deve diventare un dogma.
Non è per nulla facile
far entrare una donna nel suo quarantesimo anno di vita. Ed è ancora più
difficile farcela uscire. (Andrè Roussin
E' solo una questione di buon gusto. Chi lo possiede può osare anche se esagera. Chi no, fa una gran brutta figura e non se accorge neanche, ameno che una persona sincera ed intima gentilmente lo fa notare. Più facile un uomo che un'amica.......Roberto Castiglioni.
RispondiElimina