martedì 17 luglio 2018

Il secondo matrimonio dopo gli anta

Da un mese a questa parte mi è capitato di andare a parecchi matrimoni “over anta”  (si sa che maggio e giugno sono i mesi più gettonati per sposarsi) celebrati con rito civile e ho visto cose terribili.


Ho visto signore arrivare in Municipio agghindate come se andassero ad una serata alla Scala, ne  ho viste altre con l’abito bianco lungo e il velo!!!, ne ho viste altre ancora con i paggetti e tutta la sala del Comune piena zeppa di fiori bianchi, per non parlare degli smoking maschili o, peggio, dei vestiti bianchi anche per lui.
Ma non solo: ho visto anche donne vestite come se andassero a fare la spesa e altre con  gli outfit più improbabili (minigonne, top scollatissimi, tacchi con zeppe che nemmeno Lady Gaga…) per una cerimonia.

Eh già perché , anche se civile, il matrimonio è pur sempre una cerimonia e come tale andrebbe organizzata, facendo però attenzione a non farla diventare un circo o – cosa ancora peggiore – qualcosa in stile “vorrei ma non posso” (cioè “vorrei sposarmi in chiesa, ma non posso e quindi faccio come se…”)
So perfettamente, perché ci sono passata anch’io , che sposarsi in Chiesa ha un fascino del tutto particolare perché oltre al fatto di giurarsi amore davanti a Dio c’è un’atmosfera romantica e dolce che emoziona tutti e in Municipio non è proprio così, quindi essendo la location più fredda si tende a voler ricreare in qualche modo un contesto  intimo, ma la misura e il buon gusto non devono mai mancare.

Ci sono alcune regole non scritte che ogni donna che vuole risposarsi civilmente  e  soprattutto che ha passato gli “anta” dovrebbe sempre tenere ben presenti:

  • l’abito lungo, pur bello che sia , soprattutto se ha lo strascico (Lungo o meno)  non si mette mai
  • l’abito lungo e bianco (o avorio o crema ) non si mette mai
  • il velo non si mette mai

(Questi outfit sono giusti solo in Chiesa e  anche lì solo prima dei 50 anni)

  • l’abito a colori forti (fucsia, giallo, bianco e nero, rosso) o a fiori è più adatto ad una festa privata che a un matrimonio.
  • idem per gli accessori e il trucco. Quindi niente gioielli vistosi, trucco marcato, unghie rosse  ad artiglio.
  • da preferire invece è un abito corto al ginocchio, color pastello o blu o grigio perla e capelli raccolti o, se piace, un piccolo cappellino o una velette , smalto rosa o trasparente sulle unghie corte e un piccolo paio di orecchini, magari di perle.
  • il trucco deve essere praticamente invisibile: meglio fare più leva sulla bellezza e compattezza della pelle che sul kajal sugli occhi .
  • le scarpe: niente tacco 12 , niente zeppe, niente sandali. Un bel paio di decolleté intonate all’abito e una piccolissima borsetta saranno più che adatte.

  • il bouquet non deve essere enorme, a cascata, con nastri e pizzi, ma piccolo e sobrio e soprattutto, dopo la cerimonia, non va gettato agli invitati (anche questa è prerogativa dei matrimoni in chiesa) .

  • i paggetti è meglio evitarli, dato che non hanno alcuno strascico da sorreggere, non c’è nessuna navata da percorrere  e le fedi  di solito se le tiene l’usciere fino al momento del sì. Ovvio che se esistono dei figli piccoli potrebbe far piacere far portare da loro gli anelli, ma suona comunque un po’ “voglio ma non posso”, come dicevo prima.
  • l’addobbo della sala municipale deve essere sempre molto molto semplice. Pochi fiori, niente “catafalco bianco di raso” (per intenderci quella che oggi  in chiesa si chiama mensa e che ha sostituito in certi casi l’inginocchiatoio degli sposi)
  • niente musica!!! Sarebbe davvero incongruente con il contesto.
  • la sposa dovrebbe arrivare in auto con lo sposo e non accompagnata dal papà (anche questo è un rito da Chiesa)  o, se proprio lo preferisce, trovare il futuro marito sul portone ed entrare con lui.
  • il lancio del riso, invece,  è ammesso.


Mi rendo conto che tutto quello che ho scritto può suonare come un po’ triste, spartano, poco “da matrimonio” ma l’eleganza e lo stile  – lo sapete – sono  fatti  proprio da poche cose  ben misurate, poco appariscenti e soprattutto adatte al contesto e all’età.

Niente e nessuno  vieta, a fine cerimonia, di andare in qualche posto a festeggiare sfrenatamente ballando sui tavoli, vestite come più  piace, ma il momento del deve essere , nel ricordo di tutti, un momento serio, discreto e moderato .



 Auguri!!

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