Eh, facile a dirsi, ma non a farsi. Soprattutto perché ognuna
di noi ha il suo stile, le sue preferenze, le sue forme e quindi non può
esserci un’unica regola che vale per tutte.
Ad esempio, l’altra sera sono stata invitata a cena al
ristorante da una coppia di amici e la “ lei “ si è presentata così: pantaloni
capri, maglietta attillatissima e scollata, tacco 12, capelli neri ricci ,
lunghi e tanti, rossetto rosso fuoco e orecchini enormi ( età 50) .
Indubbiamente la si notava, ma io non sarei mai e poi mai
andata in giro conciata così. Eppure per lei era un abbigliamento normale:
abita in una piccola città di provincia
dove solo se ti vesti in quel modo sei elegante: cioè solo le signore vistose
sono considerate facenti parte dell’élite della cittadina, le altre , quelle
che io considero normali, non sono nemmeno prese in considerazione.
Nelle grandi città ovviamente la cosa è diversa, ma anche qui va
fatta una distinzione: da Roma (compresa) in giù il modo di vestirsi è
opulento: colori, gioielli, scialli, borse, scarpe, è tutto sempre un po’ “over”. Da Milano (compresa) a Roma è invece
tutto molto più sobrio: colori chiari, scarpe basse, pochi gioielli, trucco
soft.
Non è questione di gusto, è il retaggio che ci hanno
lasciato le varie dominazioni (gli spagnoli , per il sud ,che non sono certo un popolo sobrio e gli
austriaci , per il nord, che non sono certo un popolo “allegro”).
Una mia amica americana mi racconta che quando viene in
italia riconosce immediatamente se una donna è di Milano o Roma da come si
veste.
Poi ci sono quelle donne che vivono nei paesini e anche in questo caso va fatta una distinzione, ma questa
volta di età, non geografica: le donne over anta sono sempre più misurate, di
solito molto attente alla cura di sé stesse (ricciolini da parrucchiere, scarpe
con un po’ di tacco, gonna intonata al golfino) ma non tanto da attirare l’attenzione
– nei paesi piccoli la gente mormora… - mentre le ragazze di solito
scimmiottano le modelle che vedono sui giornali e allora (come peraltro in
qualsiasi altra parte del mondo) si vedono degli obbrobri pazzeschi. Ragazze
alte un metro e un barattolo e con cosce da camionista che si mettono i
pantaloncini corti e a vita bassa, oppure i leggins, o , ancora, dei jeans nei
quali il sedere scoppia.
Un altro posto dove la casistica dell’abbigliamento è molto
ampia è la palestra. Anche qui si
vedono cose che sarebbe meglio non vedere: signore con sederi abbondanti e
cellulite strabordante che si strizzano in costumini e calzamaglie che
sottolineano tutto quello che non andrebbe messo in evidenza, signore con corpi
perfetti, che però li esibiscono come se fossero sul palcoscenico del Crazy
Horse, donne che palesemente se ne fregano e si conciano con pantaloni sformati
e magliette cadenti. Ce n’è per tutti i gusti, così come in piscina dove passiamo dalla
donna che arriva con un costume intero, ma dorato, sandali dai tacchi altissimi
e cappellone di paglia , il tutto completato dagli immancabili occhialoni neri,
alla donna con bikini praticamente invisibile (e purtroppo di solito quelle che
si mettono i bikini piccolissimi hanno delle pance terribili che debordano
dallo slip!!) , alla signora che non vuol rinunciare al due pezzi, ma che si
vergogna della cellulite e quindi si mette i pantaloncini da uomo.
E che dire dei
matrimoni? C’è davvero da ridere: il nero va per la maggiore, così come il
rosso e spesso anche il bianco. Tutti colori proibitissimi dal galateo, perché il
nero fa funerale (e qualcuna può anche essere libera di pensare che il
matrimonio è il funerale della vita, però non è il caso di farlo capire ai novelli
sposi) , il rosso si fa notare troppo e toglie attenzione dalla sposa e il
bianco….è ovvio, dovrebbe essere appannaggio esclusivo della sposa. Se ne vedono davvero di belle: chi va in
chiesa avvolta in metri e metri di chiffon e chi in jeans, chi con il
tailleurino bon ton (tristissimo!!!) e chi con lo spacco inguinale.
E non sto parlando di matrimoni di basso livello, sto
parlando di tutti. Dalle fotografie che vedo sui giornali dei matrimoni VIP
(attori o gente dell’alta società, perfino i Reali) raramente trovo qualche
invitata vestita come si deve. Sembra un circo!
La bizzarria non manca nemmeno alle feste in casa: chi viene in abito lungo, chi si limita a gonna
e camicetta, chi si mette le paillettes e chi arriva in caftano….. Basterebbe
informarsi prima sul tipo di festa e il problema sarebbe ( in parte) risolto.
Infine, per esperienza diretta e personale, posso affermare
che anche i circoli di golf non sono
da meno pur avendo una tradizione che ha regole ben precise sull’abbigliamento:
gente che la sera, quando ci sono le cene per la premiazione, si mette tutta
luccicante, (siamo pur sempre in campagna per elegante che sia la cerimonia) chi
, di giorno, va in giro per la club house con le infradito e il pareo (perché viene
direttamente dalla piscina e non le passa nemmeno per il cervello che la
piscina non è il country club), chi gioca in hot pants e chi in minigonna (giuro!!
Vista ieri sul campo) .
Insomma oggi è diventato praticamente impossibile poter dire
cosa vuol dire “essere vestita come si deve” perché il galateo non esiste più,
la forma nemmeno e tutto è demandato al (si spera buon) gusto personale.
La maggior parte delle donne vorrebbe vestire in modo fantasioso, ma
guarda di traverso ogni donna che lo fa. Mignon McLaughlin, Taccuino
del nevrotico 1963
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